La verità sulla felicità

Non voglio girarci intorno:
ti hanno sempre preso per il culo.
E tu, glielo hai lasciato fare.
Sì, tu.
Ti sei fatto o fatta
(non sarà questo uso del femminile a rendermi politicamente corretto)
fottere.
Abbindolare da cazzate come “chi si accontenta gode”
o “la felicità sta nelle piccole cose”
o la più divertente di tutte: “i soldi non fanno la felicità”.
Peccato che la vita ti abbia mostrato più persone infelici senza soldi
che persone tristemente ricche.
E allora?
Allora, la colpa è anche tua: in fondo, lo sapevi.
Erano tutte stronzate.
E questa non è neppure la verità peggiore in questo momento.
La verità (tieniti forte) è che nessuno tra coloro che
ti hanno descritto, raccontato o spiegato la felicità
ha mai fatto in modo che tu la raggiungessi.
Lo so, forse, è impossibile raggiungerla in assoluto.
Il fatto è che nessuno di loro vuole neppure tu ti ci avvicini.
Non volevano davvero la tua felicità i tuoi genitori,
quelli che ti hanno insegnato che “non bisogna esagerare mai!”
Quelli che ti ripetevano “studia che è importante”, “trovati un lavoro sicuro”,
“cerca una brava ragazza (o un bravo ragazzo), sposatevi e vivrete felici e contenti.”
E, mentre te lo dicevano, erano perfettamente consapevoli che in un matrimonio avviato,
come in una convivenza rodata – non illuderti che le cose cambino –
il fastidio, l’insofferenza, il rancore, l’odio crescono inesorabilmente, giorno dopo giorno,
fino al punto di soffocare quella fiamma iniziale che la maggior parte degli esseri umani chiama amore.
Volevano non esagerassi e tu non hai mai esagerato:
non ti sei mai divertito troppo, non sei mai stato troppo felice.
Bravi loro: ti hanno fregato.
Non erano interessati alla tua felicità i professori a scuola,
che ti hanno insegnato solo a essere un bravo soldatino che segue le regole:
zitto quando loro parlavano e parlante quando loro ti interrogavano.
Ma non ti stavano aiutando a essere felice neppure quegli amici, fuori dalla scuola,
che ti spiegavano potessi esserlo violando sistematicamente le regole,
bevendo, fumando o tirando su merda col naso.
Merda divertente, forse, all’inizio. Poi sempre meno divertente e sempre più merda.
Non desidera certo la tua felicità lo Stato vampiro,
che ti vuole in fin di vita, per dissanguarti di tasse.
E se, con sacrifici e rischiando il tuo culo, riesci a levarti qualche soddisfazione
aumenta il prelievo di sangue
e manda un controllo a verificare perché sei, inspiegabilmente, felice.
Non troverai la tua felicità tra le parole dei preti o andando in Chiesa,
questo lo hai capito da te, quindi non serve mi dilunghi.
Non vuole la tua felicità il tuo capo, né i tuoi colleghi.
Di certo, non i clienti e neppure i fornitori.
Quelli, al massimo, vogliono che tu sia soddisfatto e faccia un nuovo ordine,
prima che la tua soddisfazione svanisca.
Non vuole tu sia felice neppure la pubblicità
che ti spinge su un’altalena di illusioni e frustrazione, frustrazione e nuove illusioni.
E lo fa a colpi di 30, 20, 15 e anche 10 secondi per volta:
tanto sei diventato velocissimo a sbavare, sognare e credere alle bugie.
Per lei devi solo comprare. E tu, come un cagnolino ubbidiente, lo fai quasi tutti i giorni.
Scodinzolando pure.

Potrei continuare, vero.
Ma direi che il messaggio è passato.
E il meglio deve ancora arrivare.
Lo so che, indipendentemente da loro, è una vita che cerchi di essere felice, di stare meglio.
In cuor tuo, ci provi.
Provi ad avvicinarti a quello che immagini ti possa far star bene
e tenti di allontanarti da ciò che hai paura ti possa far male.
Ok. E come è andata?
Ci deve essere qualcosa che non va, vero?
Vero. Vero e semplice.
La verità è che, anche se avessero voluto la tua felicità,
i tuoi genitori, i professori, gli amici, la Chiesa, il tuo capo eccetera eccetera,
nessuno di loro, compreso tu, ne ha mai colto il senso.
Il senso della felicità.
Come hai potuto illuderti di poterlo scoprire? Da loro o da solo.
Ora, però, sei nel posto giusto: qui e ora.
A solo sei passi da tutto ciò che hai sempre cercato.
Ben arrivato.

Sei passi per la felicità

Sei passi per la felicità
Uno: sesso.
E non penso di dover aggiungere altro, vero?
Due: aspetto fisico.
Perché la salute non basta,
soprattutto, quando ti guardi allo specchio.
Tre: disponibilità economica, abbondanza di denaro, ricchezza
per pagare in contanti il prezzo della libertà.
La libertà di fare quello che ti pare,
quando ti pare e come ti pare.
Quattro: possibilità di movimento e di viaggiare.
Cinque: fama. O gloria, se preferisci.
Sei: fare della tua vita un’opera d’arte.
Quale arte? La tua. L’arte di essere inconfondibilmente te,
l’unico te, in ogni cosa che fai.
Sei passi per la felicità, sei.
Uno è più facile, è nella tua natura,
un altro è una scalata a mani nude.
Uno è un passo di danza,
un altro è un salto nel vuoto.
Su uno non torneresti mai indietro,
un altro ti spaventa solo l’idea di provarci.
Non c’è un ordine fisso,
né uno più importante dell’altro.
C’è una sola regola: sei sono e sei restano.
E tutti e sei devono essere fatti in armonia:
poiché ognuno serve a godersi gli altri.
E tu nella vita hai il diritto
e anche il dovere di godere.
Dal tuo primo respiro, all’ultimo.
Se ne manca uno, non puoi dirti davvero felice.
Se ne mancano due, puoi sorridere agli altri.
Forse, anche a te stesso qualche volta
ma dentro senti che ti manca qualcosa.
Se ne mancano tre, il senso di incompletezza può farti sentire inferiore:
“Cosa hanno loro più di me?”, “Perché loro sorridono e io sono triste?”,
“Perché loro sono fortunati e io no?”
Non è fortuna, fidati.

Se ne mancano quattro, non sei in controllo della tua vita,
ti senti trascinato dagli eventi.
Una pedina nelle mani di altri,
su uno scacchiere troppo grande.
Una barca in mezzo al mare
trasportata dalla corrente verso nessuna meta.
Se ne mancano cinque, è difficile che tu ti senta a tuo agio in mezzo alle altre persone:
la paura di essere ferito, alcuni giorni, può essere paralizzante.
La semplice vita sociale ormai è diventata un peso.
Meglio non uscire oggi (come ieri e come domani).
Meglio startene chiuso nella tua tana
e anestetizzare la coscienza vivendo attimi di vite degli altri,
attraverso uno schermo.
Se mancano tutti e sei, il vuoto che hai dentro può divorare ogni emozione sul nascere,
anche la più bella, spontanea e legittima.
È per questo che ti chiedi spesso “E se la facessi finita?”
Domanda stupida, non merita una risposta.
Anche perché la tua ricerca è appena iniziata.
E il percorso che hai seguito fino a oggi,
non è quello che farai da adesso.
Ora, indossa le scarpe più comode che hai,
perché la strada è lunga.

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    "...sei sono e sei restano.
    E tutti e sei devono essere fatti in armonia:
    poiché ognuno serve a godersi gli altri."

    Mobilità

    Viaggiare per essere felici.

    Non sei nato per restare fermo.
    Sei un animale migrante, nomade
    e il mondo è tuo.
    Percorrilo, attraversalo, usalo
    e fai della geografia uno strumento di piacere.
    Vuoi essere felice?
    Esci, muoviti, viaggia.
    Vuoi essere davvero felice?
    Esci spesso, muoviti senza sosta, viaggia più che puoi.
    Fallo con la viva consapevolezza di chi sa che fermarsi equivale a morire.
    E con la disincantata lucidità di chi ammette che,
    oltre al viaggio, la destinazione conta.
    Sì. La meta.
    Abbandona le aforistiche banalità
    e ammetti a te stesso, agli altri e al mondo
    che nel mondo, per te, ci sono luoghi migliori di altri:
    mete edonisticamente superiori.
    E dopo averlo ammesso,
    falle tutte tue,
    ognuna nella stagione che preferisci.
    Traccia con cura le tue rotte di piacere
    e scegli con ancora più cura i tuoi compagni di viaggio:
    amori, amicizie, soci d’affari, persone che hai appena conosciuto
    o che conosci da sempre.
    A meno che tu non preferisca viaggiare solo con te stesso
    per scegliere ogni giorno gli attori e le comparse del tuo spettacolo errante.
    Escludi chiunque potrebbe limitare
    anche parzialmente il tuo godimento, il tuo divertimento, la tua gioia.
    Escludi anche chiunque non sia una leva di piacere,
    un moltiplicatore di esperienze.
    Percorri, naviga e conquista.
    C’è un mondo intero che aspetta solo di essere tuo.

    La felicità di piacere e di piacersi.

    Non sei fatto di solo spirito:
    sei carne, sei forma, sei corpo.
    E la tua fisicità, il tuo aspetto, è diretta espressione del tuo stile di vita.
    Curati, rispettati, allenati
    e fai della tua immagine uno strumento di piacere
    per te e per gli altri.
    Vuoi essere profondamente felice?
    Concediti il lusso di essere consapevolmente superficiale:
    dedica alla tua bellezza esteriore
    le stesse attenzioni che un artista dedica alla bellezza
    della sua opera.
    Qualunque siano le tue condizioni di partenza
    - attributi genetici come altezza, costituzione, connotati -
    il tuo aspetto deriva molto più da cosa fai quotidianamente
    che dalla dotazione iniziale con cui sei nato.
    Il tuo dovere è migliorarla,
    non accettarla. E, soprattutto, non accontentarti.
    Fai il meglio che puoi con le risorse che hai
    e fallo ogni giorno,
    attraverso lo sport, l’alimentazione,
    la cura e la purificazione del tuo organismo.
    Tieni lontano droghe, medicine non necessarie
    e ogni genere di cattive abitudini.
    Fallo per la tua bellezza,
    perché la salute, a volte, è una leva troppo corta.
    Pensa. Nella maggior parte dei casi,
    il tuo aspetto è la prima cosa che gli altri percepiscono di te.
    Ed è anche tra le prime cose che vedi tu stesso la mattina,
    ogni mattina.
    Esiste cosa più stupida di non considerarla una priorità?
    Lo so, probabilmente si tratta di qualcosa che ti hanno insegnato,
    insieme a tante altre stupide cattive lezioni sulla felicità.
    Liberatene.
    Sii scultore, pittore, architetto
    e fai di te stesso il tuo capolavoro.

    Aspetto fisico

    Ricchezza

    Perché i soldi possono dare la felicità.

    Vivi nel mondo reale, non nell’utopia.
    Un mondo in cui quasi tutto ciò che desideri
    non è disponibile all’infinito:
    ha un valore, quindi un prezzo.
    E avere ciò che desideri è la prima forma di piacere che hai imparato.
    Vuoi essere felice?
    Accetta che non potrai mai esserlo provando mancanza, scarsità, insufficienza di mezzi.
    Vuoi essere davvero felice?
    Dedica gran parte delle tue energie a raggiungere la tua libertà finanziaria.
    E altrettante a godertela.
    La libertà di scegliere se lavorare od oziare,
    se restare o viaggiare,
    se addormentarti all’alba o alzarti prima che il sole sorga.
    La libertà di scegliere ora l’una e domani l’altra.
    E per comprare questa libertà, oggi,
    serve molta più ricchezza che in qualsiasi altra epoca.
    Ma, al tempo stesso,
    non sono mai stati inventati così tanti modi per diventare ricchi
    rispettando le leggi:
    ogni giorno qualcuno ne scopre (o ne riscopre) uno.
    Trova il tuo.
    Attenzione, però.
    Non inseguire il denaro per il denaro,
    non farne il tuo fine ultimo.
    Il denaro è e sempre sarà un mezzo.
    E quello che ci fai vale più di quanto ne hai.
    Dagli il valore che merita:
    sperperarlo non ti renderà felice.
    Neppure accumularlo o tenerlo tutto per te.
    Il denaro, l’abbondanza, la ricchezza
    sono facilitatori d’esperienze,
    leve edonistiche. Niente di più e niente di meno.
    Ti permettono di abitare in una dimora più confortevole,
    di viaggiare in località più entusiasmanti,
    di indossare, di guidare, di esperire… i tuoi desideri.
    E il desiderio è la miccia.
    Una miccia che non puoi spegnere sul nascere
    solo perché “Non te lo puoi permettere”.
    Permettiti di essere felice.
    Da oggi in avanti.

    La felicità va condivisa.

    Smettila di nasconderti.
    Esci allo scoperto, esponiti,
    mostrati in tutta la tua straordinaria unicità.
    Fatti conoscere, fatti seguire
    e accresci la tua influenza sulle altre persone.
    Quindi, sul Mondo.
    Vuoi essere più felice?
    Condividi la tua felicità.
    Vuoi esserlo ancora di più?
    Impara a condividere anche i momenti difficili.
    Di quelli non ti devi vergognare mai.
    Fanno sì che gli altri si riconoscano in te
    e vedano in te chi vorrebbero essere,
    anche nelle difficoltà:
    una persona in grado di sorridere nonostante tutto,
    perché la felicità è, prima di tutto, una scelta.
    Un tempo il piacere della visibilità era appannaggio di pochi,
    li chiamavano vip.
    Oggi la persona very important puoi essere tu
    e conquistare centinaia, migliaia, milioni di seguaci,
    semplicemente, raccontandoti:
    mostrando chi sei, quello che pensi e che fai.
    E, magari, puoi fare di questo una fonte di ricchezza.
    C’è chi ti dirà che il tuo è solo esibizionismo,
    che è sbagliato metterti così in mostra,
    che le cose serie nella vita sono altre
    e altre frasi fatte.
    Quelli sono solo vampiri di luce,
    non permettergli di contagiarti con la loro ombra.
    Illuminati e, al tempo stesso, sii luce per gli altri,
    per qualcuno sarai un faro nella notte,
    per qualcun altro un raggio di sole,
    ci sarà chi vedrà in te una stella
    e la tua scia potrebbe durare per anni, per decenni
    o, persino, per secoli.
    Accettalo e godine,
    godine e accettalo.
    Uno dei più grandi segreti per essere felice
    è racchiuso proprio in queste due parole,
    ripetute, alternate e valide per tutti e per tutto.
    Anche per la tua legittima voglia di notorietà
    e per tutto ciò che ne puoi ricavare.

    Notorietà

    Sessualità

    Liberati, godi e sii felice.

    Sei donna, sei uomo,
    sei individuo senziente,
    membro di una comunità,
    persona più o meno rispettata
    e più o meno rispettabile.
    Ma prima di tutto sei animale,
    non dimenticarlo mai.
    Predatore o preda,
    questo sta a te deciderlo.
    E, in quanto animale,
    non puoi accettare regole castranti,
    né vincoli al tuo piacere,
    oltre alla necessaria e manifesta consensualità.
    Qualsiasi altra norma o istituzione,
    sono state progettate per limitare la tua felicità,
    il tuo godimento, la tua libertà
    e mortificare la tua vera natura.
    Ribellati.
    Ribellati alla banalità della monogamia,
    quando non è frutto di una scelta consapevole.
    E quando non è consapevolmente rinnovata,
    ogni giorno.
    Ribellati ai “Così sì” e soprattutto ai “Così no!”.
    Ribellati alla morale, laica o religiosa che sia,
    ai benpensanti e ai loro bisbigli.
    Ribellati nel tuo privato
    e nel pubblico, se serve.
    Esplora il mondo ed esplorati,
    moltiplica le occasioni di godimento,
    le fonti di piacere e i vantaggi che puoi ricavarne.
    Nulla è dato da principio.
    E nessuna regola va seguita,
    a meno che tu non voglia seguirla:
    dalla scelta dei partner al loro numero,
    dal loro genere al tuo orientamento,
    poiché il piacere può assumere forme inaspettate.
    Vuoi essere felice?
    Sii fedele alla tua natura.
    E la tua natura è godere,
    finché il corpo e, soprattutto, la mente
    te lo permettono.

    Raggiungi e vivi la più alta forma di felicità.

    Chi sei? Perché esisti?
    Probabilmente, non te lo ricordi spesso
    o, forse, non ci hai pensato mai:
    sei frutto di una combinazione genetica e ambientale,
    completamente casuale.
    La tua stessa esistenza è più improbabile di una vincita alla lotteria,
    eppure tu esisti.
    Hai vinto, su tutte le altre infinite combinazioni possibili.
    Esisti come essere unico fin dalla nascita.
    Esisti come personalità forgiata da esperienze irripetibili.
    Sei una singolarità assoluta,
    una spettacolare individualità.
    Manifestalo in tutto ciò che fai.
    Fai che ogni tuo gesto, abbia la tua firma.
    Che sia riconducibile a te,
    al tuo modo di fare,
    di pensare, di parlare,
    di essere, di creare.
    E racconti chi sei.
    Diventa un’artista della vita
    e fai di ogni giorno una tua opera.
    Fallo sapendo che se sei venuto al mondo,
    una ragione c’è.
    E la tua vita ha uno scopo.
    Trovarlo e realizzarlo è la tua missione,
    se vuoi essere davvero felice.
    Può essere cambiare il mondo o proteggerlo.
    Può essere compiere un’impresa straordinaria
    o mostrare a tutti quanto straordinaria può essere la quotidianità.
    Può essere una fatica solitaria
    o un gioco di squadra.
    Questo solo tu puoi saperlo.
    Lungo il percorso
    e già prima di fare il primo passo,
    hai dalla tua parte delle risorse:
    talenti, persone, capacità, conoscenze...
    Chiamali doni, così da ricordarti di esserne grato.
    Dall’altra parte ci sono ostacoli, avversari, limiti, sabotaggi…
    Chiamale sfide, così da ricordarti di metterti alla prova.
    In mezzo ci sei tu,
    l’unico, spettacolare e irripetibile te,
    alla ricerca della più alta forma di felicità.

    Spettacolarità

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